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Soriano nel Cimino

Altitudine (m.s.l.m.): 509
Popolazione: 8.185 (2001)
Link: https://www.comune.sorianonelcimino.vt.it/

La mole ferrigna del castello Orsini, fatto edificare da papa Niccolò III intorno al 1279, domina Soriano e il territorio circostante, quasi incombendo, con la sua ombra, sulle case strette e arroccate del vecchio borgo medievale. E’ il castello a costituire l’elemento caratteristico del panorama di Soriano, conservando ancora nell’insieme, pur con i rimaneggiamenti rinascimentali, i caratteri del grande e solido maniero medievale, arcigno e cupo d’aspetto. Ma se questo è stato senza dubbio il testimone indiscusso della storia di Soriano dal periodo alto-medievale ad oggi, la città perde le sue origini nella notte dei tempi, volendo alcuni che il suo nome risalga a quello dell’antica Surrina, città etrusca conquistata dal console Quinto Fabio Rulliano nel 310 a.C..
Fonti cristiane ne attestano l’evangelizzazione da parte del vescovo Eutizio di Ferento, durante il III secolo d.C., che qui venne sepolto dopo il martirio. Dopo aver fatto parte dei possedimenti delle abbazie benedettine romane di San Silvestro in Capite e di San Lorenzo fuori le mura, passò in feudo ai Guastapane che, a causa di un’accusa di eresia, ne furono presto spogliati dal papa Niccolò III. Questi vi fece costruire un castello lì dove esisteva una sola torre, vi stabilì la propria dimora estiva, lo concesse in feudo al nipote, Orso Orsini, e vi morì improvvisamente nel 1280. In posizione militare favorevolissima, Soriano fu contesa a lungo dalle famiglie baronali della zona che ne ambivano il possesso per la propria supremazia. E’ a Soriano che ebbe fine la storia della potente famiglia dei prefetti Di Vico, guerrieri prepotenti e senza scrupoli, che da un piccolo castello in riva all’omonimo lago, arrivarono a diventare signori di Viterbo. Qui, nel 1433, il cardinale Vitelleschi fece decapitare Giacomo, l’ultimo rappresentante della famiglia che contasse qualcosa, preso prigioniero a Vetralla col favore di alcuni infiltrati.

Dal punto di vista urbanistico, il centro storico di Soriano conserva ancora il suo antico aspetto, tutto acciambellato intorno alla cima del colle sul quale è costruito il castello, con una disposizione delle case a cerchi concentrici. Nella parte rinascimentale, si trova il Palazzo Albani-Chigi realizzato almeno in parte su disegno di Jacopo Barozzi da Vignola. La costruzione, voluta dal Cardinal Madruzzo, è adiacente alla fonte detta di “Papacqua”, sorgente celebre per i gruppi scultorei di cui è ornata ricavati direttamente dalle stesse rocce del sito. Si tratta di una serie di undici cannelle con mascheroni e un gruppo marmoreo raffigurante Mosè ed altri personaggi minori. Il nome (acqua da Papa, acqua regina), deriva forse dalla straordinaria freschezza e purezza dell’acqua che vi sgorga e, secondo una leggenda ancora oggi molto comune, il berne sarebbe di buon augurio. Notevole la grande chiesa collegiata di San Nicola di Bari, santo protettore di Soriano, che conserva al suo interno un bel trittico quattrocentesco con Salvatore benedicente e una straordinaria statua alto-medievale raffigurante Sant’Antonio Abate assiso in trono. Più oltre si trova il chiostro della SS. Trinità o di Sant’Agostino, annesso alla chiesa omonima. In questa si trova una preziosa tavola del XIV secolo raffigurante la Madonna, detta della Santissima Trinità, donata dal cardinale Egidio da Viterbo nel 1516 al convento dei Padri Agostiniani del Monte Cimino, e qui trasferita nel 1652. Nei dintorni di Soriano, sono le frazioni di Sant’Eutizio, con il convento e l’omonimo santuario, e Chia, dove è l’omonima torre medievale che fu di Pierpaolo Pasolini.

Lungo la strada per Vignanello si incontra il Santuario e Convento di Sant’Eutizio, sorgente nell’omonima frazione. Il Santuario custodisce le spoglie del Santo ed è costruzione relativamente recente, databile al XVIII secolo; sotto al santuario si trovano le antiche catacombe, collegabili alla prima evangelizzazione del territorio.

Tra le tante specialità della gastronomia locale ricordiamo gli “gnocchi col ferro”, gli “spaghetti con ricotta”, sutrine e frittelle di broccoli e borragine e le specialità legate a festività tradizionali quali le Sagre di Sant’Antonio e di Sant’Eutizio, e quella, eminentemente gastronomica, delle castagne (sagra ottobrina che vede la tradizionale partecipazione degli storici rioni cittadini di Soriano, Papacqua, Rocca, San Giorgio e Trinità).

Fra le manifestazioni certamente la più drammatica e toccante è la Processione del Cristo Morto, organizzata ogni anno durante l’ultimo venerdì che precede la Pasqua.